Non ho mai messo in dubbio l’esistenza del Piccolo Principe. E non è una questione di crederci o meno, si tratta di emozioni, sentimenti ed autenticità che non necessitano neppure della nostra consapevolezza. Non ricordo me stessa senza di lui, delizioso fanciullo dai capelli color grano che cresceva con me senza mai perdere la sua limpida curiosità, l’amore per l’asteroide B612 e una delicata dedizione ad un fiore suscettibile. Finché ero piccola il libro mi sembrava una favola, insolita, sì, ma una favola, triste e a tratti poco comprensibile. Adesso lo considero uno dei più grandi romanzi esistenziali e filosofici, quei rari libri che raccontano lo stato d’animo e non soltanto lo svolgimento degli eventi. È dedicato a Léon Werth bambino e già dalla dedica si intuisce la singolare capacità dell’autore di mischiare così bene la fantasia, la realtà, l’illusione da creare una soffice nuvola la cui forma ed assomiglianza è propria di ognuno di noi. «A Léon Werth Domando perdono ai bambini per aver dedicato questo libro a una persona grande. Ho una scusa seria: questa persona grande è il miglior amico che abbia al mondo. Ho una seconda scusa. Questa persona grande può capire tutto, anche i libri…
“Splendido i. espressione usata da lord Salisbury (XIX sec.) per indicare il disimpegno del suo paese verso i sistemi continentali di alleanze, ed estesasi poi a tutta la politica britannica ispirata a questo principio.” Confesso (e nello stesso identico istante ammetto che voglio riconoscerlo solo davanti a te, perché tu sei la causa, il motivo, ogni possibile inizio, qualsiasi inimmaginabile spiegazione del mio voler essere un po’ più vicino a te, accecarmi da vicino, e non alla distanza di una mano, tesa, verso di te) che scrivere di due Marine è semplicemente chiudere il cerchio, sovrapporre due sfere, dove due rette si incrociano, si fondono, si uniscono per ricavarne un’unica terza figura – me stessa. Mentre scrivo penso a Natalia Gonciarova, alle tue Natalie Gonciarove, e mi commuovo nella speranza che a priori di qualsiasi mia predisposizione artistica (palese o celata) , c’è sempre una piccola parte di te, il tuo soffio sulla mia nuca, ed ho paura di voltarmi. Il mio primo ricordo di te – troppo distinto, forse perché non era associato a niente –non c’è e non c’è mai stata una premessa, quindi il contorno, quel insieme delle linee (sagoma, profilo, mai silhouette però!) è troppo in…