Le parallele assimetriche
Racconti / Aprile 23, 2002

Le parallele asimmetriche “C’è una strada che va dagli occhi al cuore senza passare per intelletto”. “Il sentimento è il primo, più profondo e quasi unico senso degli uomini” All’aeroporto di Varsavia compro un piccolo mazzo di iris. E’ fine marzo, fuori uno spruzzo di neve/pioggia mi bagna il viso, rientro, vado a prendermi un caffè. Penso non sia stata una grande idea comprare dei fiori proprio adesso; penso che potrebbero appassire al mio arrivo a destinazione. Decido di prendermi un succo di pomodoro. Quando ero piccola, il succo di pomodoro era la bevanda che costava meno di tutte (che è stranissimo in sé, perché da noi i pomodori non c’erano, non riuscivano a diventare rossi nella nostra estate breve e non sempre calda. Sasha, il marito di Kostenko, chiamava la Bielorussia “Il paese dei pomodori sempre verdi”), vicino alle caraffe esposte (succo di betulla, succo di mela) c’era una saliera e un cucchiaio per mescolare, uno per tutti. Le commesse con divise grigie un po’ macchiate sul petto, cappellini assurdi sulla permanente assurda, mai una parola gentile – ma era il mio mondo, il mio zoo di vetro, dove mi muovevo disinvolta e felice. Che il succo di pomodoro…