Una storia bivalenteSono indecisa se la distillazione di questo amore sia stata frazionata o molecolare o addirittura distruttiva.Sono indecisa se ho voglia di guardare all’interno del recipiente di raccolta.Sono indecisa se ho voglia di sapere di quale determinato componente sia stata la concentrazione maggiore. Vapore, vuoto d’aria, ebbrezza. Sedici anni fa avevamo un sogno: fare il giro di Roma a bordo di un taxi bianco e che fuori piovesse. Due ragazzi fantasticamente appassionati alla vita che riuscivano a galvanizzare tutto attorno a loro. Io traboccavo di sentimenti intensi e romanzati. Tu straripante della tua stessa personalità fabbricata a misura e solo a tratti vera, attendibile, ma comunque incredibile. In questi sedici anni rappresentavamo uno stravagante duo legato dai sentimenti indistinti. Adesso penso che avevamo semplicemente paura di guardarci dentro, di capire che il nostro disperato bisogno di affetto a lunga scadenza era più forte e più importante del nostro orgoglio e della presunzione di poter farne a meno di tutti. Per sedici anni abbiamo giocato allo stesso gioco – competizione con gli altri basata sulla nostra rivalità interna, rivalità benevole verso gli altri, perché comunque già in partenza sapevamo di essere i migliori, ma noi due uniti e rafforzati dell’antagonismo…