Perché scrivo? Non saprei. (è forte l’impulso di appropriarmi della battuta di un personaggio del mio film preferito in assoluto:”Perché non so ricamare”) Non me lo sono mai chiesta. E’ come un viaggio, solo per vedere un certo quadro dal vivo. Un quadro visto da piccola in un libro per bambini (quindi forse per rivedere me stessa davanti a quel quadro con la speranza di ritrovare l’esclamazione di gioia, trattenuta per trent’anni or sono).
Intrecciando con rispondenza armonica e grammaticale i fili delle parole da tradurre con quelle di un’altra lingua tesso il mio tappeto. La levigatezza e la nitidezza del diritto nasconde tanti fili intrecciati e attorcigliati. Il mio compito è togliere dalla superficie del tappeto ogni asperità, renderla ben liscia. Tradurre è semplicemente tessere.