Oggi è mancato un grande uomo, scrittore, idealista e sognatore. A 20 anni vinse la borsa di studio a Mosca e pochi mesi dopo venne espulso a causa della sua relazione con l’insegnante di letteratura slava. Atteggiamenti contro la morale. Dopo il colpo di stato di Pinocet fu arrestato e torturato. Trascorse 7 mesi in un bugigattolo che non gli consentiva neppure di alzarsi in piedi. Fu liberato solo per le pressioni di Amnesty International ma, un nuovo arresto lo aveva condannato all’esilio in Europa, prima ad Amburgo e poi in Francia. Scrisse numerosi articoli, poesie, romanzi e favole, molti dei quali furono, sono e saranno dei capolavori assoluti. Insegnò a volare alla Gabbianella e un po’ anche a noi, increduli. Insegnò a Zorba e Fortunata che esiste l’affetto tra esseri completamente diversi e “se tutto è un sogno, che importa”. Insegnò che “… le parole sono come il vino: hanno bisogno di respiro e di tempo perché il velluto della voce riveli il loro sapore definitivo.“ Lui si chiama Luis Sepulveda e la sua voce è il ponte sospeso fra il Cile e l’Europa.
Domenica è Pasqua, una ricorrenza importante al di là di essere credenti, atei oppure agnostici. Una festa di rinascita, speranza, primavera. Gratitudine e perdono. Che non è porre l’altra guancia e non reagire, ma continuare a riconoscere il valore di una parola giusta al momento giusto, di uno sguardo affettuoso ma non soffocante, di un abbraccio rassicurante a distanza. Buona Pasqua.
La vita non ha né segnaletica verticale né orizzontale. Non esiste né divieto di transito né divieto di accesso. Sta a noi dare un senso anche alla strada sbagliata così come a quello che stiamo vivendo. Perché più presente di questo presente c’è solo adesso.
In questo periodo il tempo sembra scorrere diversamente, il cercare e il trovare diventano inesorabilmente il cercarsi e il trovarsi. Il riflessivo che tende all’impersonale riconducendo quasi tutto a noi stessi. “Cerchiamo come cercano coloro che devono trovare e troviamo come coloro che devono cercare ancora.“ S.Agostino (filosofo, vescovo e teologo romano)
Domani 21 marzo si celebra la Giornata Mondiale della Poesia, istituita dall’Unesco nel 1999, proprio il primo giorno di Primavera. Cercate sia la poesia che la primavera, non solo nei libri (cartacei ed elettronici), non solo nei fiori ma anche dentro di voi, attingendo dai vostri attimi e ricordi ma anche dall’aroma del caffè mattutino che malgrado tutto dà ancora un sapore alla vita. “Non è forse vero che una volta che è stato detto tutto sulle più importanti questioni della vita umana, rimangono ancora da dire le cose più importanti?” Zygmunt Bauman (sociologo, filosofo e accademico polacco)
Semplicemente perché non posso farne a meno. Semplicemente perché spero che la mia vita faccia la differenza nella vita di qualcuno. Non perché abbia la presunzione di poterla cambiare, ma perché possa contribuire affinché essa cambi. “La speranza non è ottimismo. La speranza non è la convinzione che ciò che stiamo facendo avrà successo. La speranza è la certezza che ciò che stiamo facendo ha un significato. Che abbia successo o meno.” Václav Havel (politico, drammaturgo, saggista e poeta ceco)
Le aspettative deluse diventano luminescenti quando tutti i suoi componenti si esauriscono. Si rendono visibili per pochi secondi prima di dissolversi a contatto con la realtà. “Nel destino di ogni uomo può esserci una fine del mondo fatta solo per lui. Si chiama disperazione. L’anima è piena di stelle cadenti” Victor Hugo
Ad accettare con grazia le sconfitte si impara gareggiando. Un segno distintivo alla pari con il trofeo per il primo posto: una vittoria almeno sulle circostanze. “L’ironia è una dichiarazione di dignità. È l’affermazione della superiorità dell’essere umano su quello che gli capita.” Romain Gary
Si dichiara troppo in fretta di non poter vivere senza grossi impegni, importanti vincoli, senza la serietà e la concentrazione. Pochi si rendono conto dell’importanza del piccolo, della differenza che può fare il particolare, a volte anche il superfluo. “Vivere non è abbastanza, disse la farfalla. Bisogna avere il sole, la libertà, e un piccolo fiore”.
La gentilezza è pluriforme. Non è soltanto dire “grazie” oppure cedere il posto in metropolitana alla persona che più di te ne ha bisogno. Tuttavia saper scrivere e parlare senza errori è una gentilezza meno diffusa, quasi scomparsa. “Tutto a questo mondo si distrugge per il continuo uso, tranne le regole grammaticali. Se ne serva con più coraggio, Signora – bastano per tutti”(Wislawa Szymborska)