Scrivo poco e con la consapevolezza di non poter mai vendere quello che scrivo. Non voglio che diventi un mestiere perché è uno stato d’animo.
Fa parte della mia vita creatività nella stessa misura in cui posso essere orgogliosa di una torta salata riuscita bene.
È semplicemente un altro modo per sentirsi un fantasioso dilettante che ignora le leggi dell’ordine, del tempo e dello spazio.
Perché scrivere mi dà la sensazione di una libertà assoluta in grado di trasmettere le sfumature ai colori, lo stile alle forme e non sentirmi in obbligo di esprimere niente all’infuori di me stessa.
Correre a perdifiato verso quel punto di un’emozione confondibile di avvertire come l’immaginazione e la conoscenza si incrociano.
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