Peter Norman

“La velocità perfetta, figliolo, vuol dire solo esserci».Le Olimpiadi alla Città del Messico avrebbero dovuto (potuto?) aggiungere pace e armonia ad un anno che più di qualsiasi altro periodo storico era già tormentato fino all’estremo dalla contestazione, battaglie civili e militari, lotte armate, il rifiuto radicale verso un certo stile di vita. L’anno delle proteste studentesche del maggio francese, dell’assassinio di Robert Kennedy e di Martin Luther King, dei carri armati sovietici che travolgevano la primavera di Praga.Furono le Olimpiadi con tante “prime volte” e numerosi record, alcuni destinati a durare nei decenni come quello stabilito dall’americano Bob Beamon nel salto in lungo. E un altro saltatore, ma in alto, entrò nella storia: Dick Fosbury, che vinse l’oro con la tecnica rivoluzionaria, mi verrebbe da dire quasi extraterrestre (d’altronde saltava davvero in alto e per di più con due scarpe diverse). Furono le Olimpiadi più “alte”, a 2.250 metri di altitudine.Per la prima volta, l’ultimo tedoforo della fiamma olimpica, fu una giovane donna, l’atleta Norma Enriqueta Basilio de Sotelo.Ci fu il primo squalificato per doping nella storia olimpica, il pentatleta svedese Hans-Gunnar Lijenwall, per tasso alcolemico troppo alto.Jim Hines fu il primo velocista a scendere sotto i 10 secondi (tempo…

La felicità e la gioia
Appunti di viaggio , Words&Drops / Aprile 24, 2020

Anche se questo periodo è un’equazione da risolvere con almeno un’incognita (quando finirà?), possiamo comunque attribuire il valore alle altre variabili e decidere la loro proporzione. Matematica è un’opinione quando la risposta è multipla.“La felicità sta alla gioia come una lampada elettrica sta al sole. La felicità ha sempre un oggetto, si è felici di qualcosa, è un sentimento la cui esistenza dipende dall’esterno.La gioia invece non ha oggetto. Ti possiede senza alcuna ragione apparente, nel suo essere somiglia al sole, brucia grazie alla combustione del suo stesso cuore.“Susanna Tamaro

Jonas Salk

La poliomielite era una malattia infettiva ad altissimo rischio. Colpiva principalmente bambini, sotto i cinque anni. Il virus danneggiava il midollo spinale e i polmoni, provocando la deformazione e la paralisi di braccia e gambe che a volte portava all’esito mortale. Molti malati non erano più in grado di camminare senza stampelle o tutori in ferro. Tra i malati “famosi”, ad esempio, possiamo ricordare la pittrice Frida Kahlo e il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt. Dall’inizio del Novecento le epidemie di poliomielite erano sempre più ravvicinate e sempre più letali, soprattutto d’estate. Il picco si verificò nei primi anni Cinquanta, quando solo negli Stati Uniti si registrano fino a 50.000 casi. Nel 1952, l’anno dell’epidemia negli Stati Uniti, la popolazione era in una situazione che adesso ci suona abbastanza familiare: la vita nelle città si era fermata, i cinema, le piscine, le chiese, erano state chiuse per prevenire la diffusione del contagio. Le raccomandazioni di salute pubblica erano quelle di adesso: evitare gli assembramenti, non permettere ai bambini di nuotare nelle piscine pubbliche e lavarsi molto spesso le mani”.La poliomielite aveva paralizzato tra i 13 mila e i 19 mila bambini ogni anno nel periodo prima del vaccino….

Luis Sepulveda
Appunti di viaggio , Words&Drops / Aprile 16, 2020

Oggi è mancato un grande uomo, scrittore, idealista e sognatore. A 20 anni vinse la borsa di studio a Mosca e pochi mesi dopo venne espulso a causa della sua relazione con l’insegnante di letteratura slava. Atteggiamenti contro la morale. Dopo il colpo di stato di Pinocet fu arrestato e torturato. Trascorse 7 mesi in un bugigattolo che non gli consentiva neppure di alzarsi in piedi. Fu liberato solo per le pressioni di Amnesty International ma, un nuovo arresto lo aveva condannato all’esilio in Europa, prima ad Amburgo e poi in Francia. Scrisse numerosi articoli, poesie, romanzi e favole, molti dei quali furono, sono e saranno dei capolavori assoluti. Insegnò a volare alla Gabbianella e un po’ anche a noi, increduli. Insegnò a Zorba e Fortunata che esiste l’affetto tra esseri completamente diversi e “se tutto è un sogno, che importa”. Insegnò che “… le parole sono come il vino: hanno bisogno di respiro e di tempo perché il velluto della voce riveli il loro sapore definitivo.“ Lui si chiama Luis Sepulveda e la sua voce è il ponte sospeso fra il Cile e l’Europa.

Perchè scrivo
Chi sono , Racconti / Aprile 13, 2020

Perché scrivo? Non saprei. (è forte l’impulso di appropriarmi della battuta di un personaggio del mio film preferito in assoluto:”Perché non so ricamare”) Non me lo sono mai chiesta. E’ come un viaggio, solo per vedere un certo quadro dal vivo. Un quadro visto da piccola in un libro per bambini (quindi forse per rivedere me stessa davanti a quel quadro con la speranza di ritrovare l’esclamazione di gioia, trattenuta per trent’anni or sono).

Perchè mi piace tradurre
Chi sono , Traduzioni / Aprile 13, 2020

Intrecciando con rispondenza armonica e grammaticale i fili delle parole da tradurre con quelle di un’altra lingua tesso il mio tappeto. La levigatezza e la nitidezza del diritto nasconde tanti fili intrecciati e attorcigliati. Il mio compito è togliere dalla superficie del tappeto ogni asperità, renderla ben liscia. Tradurre è semplicemente tessere.

Yuri Gagarin

Il 12 aprile 1961, alle 9:07 ora di Mosca, dalla base spaziale di Bajkonur in Kazakistan decollava la Vostok 1, prima navicella spaziale con equipaggio umano. All’interno della capsula, guidato da Terra, c’era l’uomo che in seguito sarebbe stato ribattezzato il “Cristoforo Colombo dei cieli”: il pilota sovietico appena 27enne Jurij Gagarin.

Pasqua e perdono
Appunti di viaggio , Words&Drops / Aprile 10, 2020

Domenica è Pasqua, una ricorrenza importante al di là di essere credenti, atei oppure agnostici. Una festa di rinascita, speranza, primavera. Gratitudine e perdono. Che non è porre l’altra guancia e non reagire, ma continuare a riconoscere il valore di una parola giusta al momento giusto, di uno sguardo affettuoso ma non soffocante, di un abbraccio rassicurante a distanza. Buona Pasqua.

Segnaletica stradale
Appunti di viaggio , Words&Drops / Aprile 3, 2020

La vita non ha né segnaletica verticale né orizzontale. Non esiste né divieto di transito né divieto di accesso. Sta a noi dare un senso anche alla strada sbagliata così come a quello che stiamo vivendo. Perché più presente di questo presente c’è solo adesso.